L’analisi di Fisher è orientata sia al valore, sia alle capacità di crescita della società. Prima di tutto Fisher cerca di individuare delle “Super-azioni”, azioni di società appartenenti a un settore che si distingue di per se stesso per la grande crescita che può generale a livelli ben oltre la media.
Le caratteristiche principali di una cosiddetta Super-azienda sono le seguenti:
l’orientamento alla crescita
Il management “deve” essere ossessionato dall’idea di crescere, sempre, e questa ossessione si rifletterà ampiamente nel valore dell’azione.
Fisher analizza le azioni partendo dal ciclo di vita in cui si trovano. Le aziende appena nate si trovano naturalmente in una fase di crescita esponenziale. Se questa crescita viene ben gestita può durare a sufficienza da raggiungere un consolidamento dei prodotti sul mercato.
Nonostante questo successo però, il management non deve mai allentare la presa, rischiando di entrare nella fase matura del ciclo in cui la concorrenza può acquisire importanti fette di mercato.
Eccellenza nel marketing: una capacità di identificare e soddisfare i bisogni dei clienti. A questo settore del marketing le aziende si sono rivolte moltissimo negli ultimi anni, e tutte hanno un servizio clienti o un cosiddetto servizio cortesia. Ma il fatto di avere un servizio simile non ci garantisce che il sia poi anche di buona qualità. Basta una telefonata o un’email per scoprire se il servizio è solo di facciata o se la società si sta veramente impegnando in questo settore.
Vantaggio competitivo “sleale”, come per esempio essere il produttore a più basso costo nel proprio comparto.
Relazioni creative con lo staff. In questo modo Fisher definiva all’inizio degli anni 90 quello che oggi chiamiamo capitale intellettuale con tutte le sue sfaccettature. Se allora c’era il responsabile del personale, oggi c’è quello delle risorse umane, e negli ultimi tempi si è affermato il “direttore della felicità”. Questi nuovi modi di definire una professione devono però corrispondere anche a un nuovo modo di “coccolare” lo staff e farlo diventare una squadra vera su cui si basa l’azienda. Le parole quindi devono corrispondere ai fatti.
Un ottimo controllo finanziario. I sistemi e i processi di controllo dell’aspetto finanziario della società devono essere in mano a personale affidabile che usa strumenti d’avanguardia. Visti gli scandali a Enron e Worldcom questo aspetto risulta il più importante, ma è il compito più arduo per un investitore.
Kenneth Fisher ha lavorato un anno per la società del padre, fondata negli anni ’40. E successivamente lo ha coadiuvato con il lavoro di ricerca fino al 1982 imparando sul campo a fare domande puntuali a manager e a dipendenti delle società alle quali erano interessati per gli investimenti.
Contemporaneamente però, ha creato la sua società dandole una nuova filosofia, differente da quella del padre. Fisher Jr. preferisce infatti cercare “titoli talmente a buon mercato da risultare migliori della loro cattiva fama”. Quindi ha sempre acquistato seguendo uno spirito contrario a quello del padre, vendendo una volta che la reputazione e il prezzo dell’azione erano saliti a livelli normali.
Dal padre ha imparato a capire a conoscere il settore tecnologico, dove ha registrato molti successi, ma si è poi specializzato anche nei settori “tradizionali”, come quello del tabacco, acquistando azioni sia europee sia americane. Secondo Kenneth Fisher le aziende attraversano dei cicli produttivi. Quando le vendite di un determinato prodotto iniziano a stagnare la società, per essere competitiva deve essere sul mercato già con un nuovo prodotto. Il problema è che questo nuovo prodotto ha comunque bisogno di un determinato periodo di tempo per crescere e affermarsi sul mercato. Questo spesso causa un periodo di “slittamento”, un periodo in cui le vendite diminuiscono e i profitti diventano perdite e, chiaramente, il prezzo dell’azione crolla. Kenneth Fisher acquista proprio in questo momento.
Le aziende che sono in perdita sono difficili da valutare. Per superare questo problema, Fisher consiglia di usare il rapporto prezzo/fatturato (price/sales ratio)
Il rapporto prezzo/fatturato si calcola dividendo la capitalizzazione di mercato per le vendite totali.
Le società quindi come abbiamo visto, per essere appetibili devono trovarsi in questo periodo di transizione, avere un basso rapporto prezzo/fatturato, ma soprattutto essere attive nella ricerca e sviluppo e, quindi avere già nuovi prodotti da presentare.
Come valutare il rapporto prezzo/fatturato favorevole all’investitore? Secondo Kenneth Fisher il prezzo/fatturato non deve mai superare 1,5 e le aziende con un valore superiore a 3 devono essere assolutamente evitate. Il valore ideale per acquistare è quando si è attorno allo 0,75 o meno. Il valore ideale per vendere quando si raggiungono quote di 3.
L’azienda è da vendere quando non ha più le caratteristiche per essere considerata “una superstock”. Questo rapporto funziona molto bene se usato con le società a bassa capitalizzazione, perché le società a elevata capitalizzazione tendono, per propria natura, ad avere rapporti prezzo/fatturato inferiore a 1.
Naturalmente il rapporto prezzo/fatturato non è l’unico usato da Fisher. Un altro strumento molto importante è il rapporto prezzo/ricerca (Price Research Ratio).
Il rapporto prezzo/ricerca si calcola dividendo la capitalizzazione di mercato per le spese per la ricerca e lo sviluppo.
Il settore della ricerca non deve per forza essere altamente sofisticato. Quello che importa è che sia sempre alla ricerca di nuove idee.
Il valore non deve mai superare 14, e il valore ideale è tra 5 e 10. Il rapporto prezzo/ricerca funziona bene anche in settori non tecnologici.